LPS TRAINING
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PIANO INFORMATIVO DI BASE - P14
Il PIB è il sistema LPS che racchiude 3 sottogruppi di riferimento, ognuno dei quali ha un compito di analisi delle informazioni ben preciso e schematico al quale risponde.
Il PIB illustrato è il livello BASALE, cioè il 1° livello di controllo delle informazioni e comprende 14 controlli, chiamati ingressi. Ogni ingresso consente all’informazione di essere sviluppata in ulteriori altri ingressi ma in questa fase esamineremo solamente i primi 14 INGRESSI BASALI o P14.
Dove e come si applica il P14?
L’applicazione del P14 può avvenire attraverso una analisi separata, e non in sequenza dei processi, e il risultato non viene mai alterato restituendo il fattore di analisi puro.
Si applica nell’analisi del comportamento, sia analitico che generale, in ogni circostanza e soprattutto in ogni indagine conoscitiva per lo studio del comportamento individuale e delle masse.
Il P14 è importante come il Bilanciamento nel Trial, anch’esso infatti è uno dei modelli di analisi determinanti da conoscere nel futuro proseguimento di LPS.
Perché si chiama P14?
Si chiama cosi perché è composto da 14 identificazioni di processo, chiamati INGRESSI. Ogni ingresso è l’accesso ad altri modelli di analisi che si spingono in profondità.
Si applica frequentemente in LPS TRAINING?
Il P14 può essere applicato in parte o totalmente secondo il proprio livello di preparazione personale o secondo le necessità.
P14
Questa espansione tratta in modo concreto tutti i segnali della comunicazione verbale e paraverbale.
Significa che puoi analizzare, creare, identificare ogni tipo di comunicazione.
Adatta a chi desidera approfondire al massimo livello il metodo per comunicare, il P14 è consigliato a coloro che hanno almeno fatto il corso di 1° livello ed appreso una conoscenza di base adeguata.
PIANO INFORMATIVO DI BASE - P14
Il SIC è il macromodello suddiviso in 3 sotto modelli principali
Il SIC è composto dalle informazioni che riceviamo e che trasmettiamo all’esterno, verso gli altri. In particolare caratterizza e codifica alcune tra le più determinanti informazioni, caratterizzate dal simbolo IF, che rientrano nella maggior parte delle nostre dinamiche quotidiane. Le informazioni IF hanno sempre una DIREZIONE ed un SENSO.
G1 = generatore dell’informazione (da chi nasce l’informazione)
U1 = utilizzatore dell’informazione (chi la utilizza)
> = generatore dell’informazione (input e direzione)
< = utilizzatore dell’informazione (output e direzione)
V = vettore (percorso dell’informazione da un punto ad un altro)
Es. Noi parliamo con un soggetto e lui interagisce, quindi:
G1 > U1 < + > G1
Area di contatto: si riferisce alle incidenze esterne dell’informazione, più precisamente all’effetto indiretto che esse suscitano e scatenano.
Sistemi di contatto: in questa fase l’analisi viene effettuata e calibrata principalmente sui modelli di controllo nostri.
SISTEMA INFORMATIVO COMPOSITO - SIC
IFT - Informazioni statiche:
IFT sono quelle informazioni che rimangono in deposito mentale e non vengono elaborate secondo un ordine di immediata priorità; possono essere sia quelle in entrata che in uscita.
Normalmente, l’utilizzo di queste informazioni avviene secondo i principi della memoria e secondo i tempi di memorizzazione previsti.
Nella gran parte dei casi, queste informazioni sono identificate come IQ.
Es. Sappiamo le cose in termini di IQ e, all’occorrenza, la memoria ci riporta al loro significato ed al loro utilizzo. Il ricordo diventa elemento di utilizzo e applicazione secondo la codifica corretta del PIB, in quanto l’informazione è ricordo e viceversa.
IFS - informazione indotta:
IFS è l’informazione che genera altra informazione, in sostanza è una informazione detta anche reattiva. Nasce in funzione di una reazione utilizzando lo stesso canale con il quale abbiamo ricevuto l’informazione.
Il concetto di informazione indotta si può notare nel momento in qui un “generatore- G1” produce un VETTORIALE › (è il percorso che si sviluppa tra due punti A e B) all’ “utilizzatore U1” dell’informazione stessa.
Es. Se riceviamo un e-mail e decidiamo di contattare chi ci ha inviato la comunicazione attraverso:
1. E-mail di risposta (A): in questo caso utilizziamo lo stesso canale comunicativo di G1
2. Telefonata (B): in qualità di U1 scegliamo un altro canale comunicativo diverso dalla e-mail. In questo caso non si tratta più di IFS in quanto abbiamo cambiato il VETTORE COMUNICAZIONALE per la risposta.
IFM - Informazione multipla:
Si tratta di informazione che comprende diversi canali di comunicazione oltre al canale principale dal quale è stata generata.
Es. Se ascoltassimo un brano musicale attiveremmo il canale uditivo. Se ascoltassimo il brano musicale vedendone il video, avremmo attivato il canale visivo. In questo caso il canale uditivo e il canale visivo formano l’informazione multipla.
IFP - informazione passiva:
IFP si definisce passiva quell’informazione che non raggiunge lo scopo di utilizzo, in sostanza quando generiamo l’informazione verso l’utilizzatore finale con lo scopo di diffondere il contenuto della stessa senza ottenerne un riscontro tangibile e reale, l’informazione si considera persa.
Lo studio delle IFP viene elaborato in profondità quando nell’uso della comunicazione si deve o si desidera fare molta attenzione alle dinamiche generate, ed in particolare fare della comunicazione verbale la prima forma comunicativa tra due soggetti.
Es. E' come comunicare qualcosa a qualcuno che si trova fuori dal VETTORE scelto. Sarebbe come spiegare dei concetti a chi ascolta l’ I-PAD.
IFA - informazione attiva:
IFA è generata da noi in forma consapevole, sia emozionale che razionale e può essere multipla o indotta.
In sostanza si tratta di una nostra azione o reazione ad uno stimolo ricevuto che determina in noi uno stato di risposta; un momento nel quale possiamo stabilire attivamente o meno di poter procedere all’azione attraverso il linguaggio o il comportamento.
Le IFA sono presenti in una alta percentuale nella nostra quotidianità.
Es. Se decidessimo di spostarci da un punto all’altro, produrremo una informazione attiva (determinata, desiderata e voluta da noi stessi, senza interferenze esterne).
AREA DI CONTATTO
ACC - Causa:
ACC le cause si riferiscono al generatore dell’informazione, in particolare sono strettamente legate a G1.
Ogni informazione, come abbiamo già detto, può essere generata per diversi motivi, ma ogni motivo ha una propria genesi e sviluppo.
Quali sono le cause che possono generare una informazione?
Sono causa di stimoli e possono essere verbali o paraverbali.
Si definisce CAUSA l’elemento che genera, quindi GENERATORE.
Saper riconoscere la ACC significa trovarsi ad un ottimo punto avanzato nel processo di sintesi dell’informazione.
Le cause possono essere prodotte dalla nostra interazione con altri soggetti o dall’impatto ambientale.
ACV - Velocità:
ACV sono informazioni lente e veloci, multiple o indotte, etc..
La velocità è calcolata sulla reattività dell’utilizzatore che la riceve.
Una informazione può essere breve ma non veloce.
Se viene generata l’informazione entra in circolo all’interno di una “rete non visibile” sulla quale viaggia e si diffonde. La velocità di distribuzione dell’informazione dipende da diversi fattori, sia in ambito di imput-output, e diventa riconoscibile per il proprio risultato detto”sintetico”.
La velocità oltre che ad essere di tipo verbale può essere paraverbale, scritta, sonora, etc… esprimere una informazione significa creare un PESO, CONSISTENZA del messaggio. Più sarà una informazione PESANTE, più sarà difficile e complicato inviarla all’esterno.
Informazione pesante: significa generare una informazione non finalizzata direttamente allo scopo, ma “unita” da diversi fattori condizionanti che possano determinare il cambiamento del significato stesso. (Il vettore da A a B, intercetta C e F).
Informazione leggera: significa essenziale e diretta al U1.
ACL - Lunghezza:
Quante parole occorrono per farci capire??
Questa domanda da il senso al significato di lunghezza.
Quando si costruisce un codice comunicativo di linguaggio o di comportamento, si deve tenere conto della “rappresentazione” dell’informazione, cioè stabilire quanti elementi dovranno fare parte della scena che vogliamo costruire per diffondere al meglio ciò che intendiamo comunicare.
Oltre il 70% della nostra comunicazione potrebbe essere effettuata con il 60% delle parole in meno e il 40% dei comportamenti in meno.
Eppure è bellissimo comunicare!!!
Es. Se dico va bene, significa SI.
Es. Se dico adesso devo pensarci perchè quello che mi hai appena detto è interessante, ho bisogno di riflettere però la cosa mi piace e la trovo valida, quindi ti dico già da adesso SI.
ACT - Tempo reattivo - Tv
ACT è il valore relazionato ad una azione per la quale abbiamo stimato il trascorrere del tempo per portarla a termine.
Significa che questo fattore di tempo è soggettivo e legato alla percezione e alla suggestione dell’individuo.
ACT è un tempo “condizionante”, nel senso che essendo un fattore di un “modello non misurabile oggettivamente” proprio per il fatto che viene costruito secondo le nostre IQ, può essere forviante e sbagliato nella sua misurazione.
Es. Se decidessimo di fare una cosa, magari spostarci da una parte all’altra della città, certamente occorrerà del tempo: molto probabilmente, faremmo una stima del tempo ideale per compiere il tragitto. Questa stima temporale, ancor prima di produrre l’azione che ci porterebbe dall’altro capo della città, si chiama tempo reattivo che, a differenza del tempo percepito, avviene prima e non durante, come nel caso del tempo percepito.
SISTEMI DI CONTATTO
ACR - Ricezione:
Ricevere una informazione non è uguale al saperla diffondere. Dare importanza al COME riusciamo a riceverla è determinante per la comunicazione.
Come riceviamo una informazione?
Siamo sicuri di averla ricevuta con i giusti criteri di ACS?
Ci sono delle priorità.
Se ricevessimo il suono o l’audio, l’immagine o altro, occorrerebbe stabilire la nostra priorità di ricezione.
L’informazione non va mai interrotta ma lasciata defluire. Se interrompiamo una informazione, mettiamo in moto una diffusione che potrebbe essere dissimile dalla ricezione generando confusione e destrutturazione.
ACL - Elaborazione:
Come si elabora una informazione?
In LPS TRIAL abbiamo visto il percorso dell’ informazione e sappiamo come elaborarla.
L’elaborazione comprende la capacità di applicazione da parte del soggetto, sia G1 che ne diventi U1 o sia U1 che diventi G1 .
Uno dei principi di elaborazione informativa si basa proprio sulla capacità dell’applicazione delle LEVE del TRIAL LPS, leve che sono in grado di determinare la giusta GENESI ed UTILIZZAZIONE dell’informazione ABBINANDOLA AL CONTROLLO CON IL BILANCIAMENTO.
ACV - Velocità:
Ci sono informazioni lente e veloci, multiple o indotte, etc..
La velocità è calcolata sulla reattività dell’utilizzatore che la riceve.
Una informazione può essere breve ma non veloce.
Se viene generata l’informazione entra in circolo all’interno di una “rete non visibile” sulla quale viaggia e si diffonde. La velocità di distribuzione dell’informazione dipende da diversi fattori, sia in ambito di imput-output, e diventa riconoscibile per il proprio risultato detto”sintetico”.
La velocità oltre che ad essere di tipo verbale può essere paraverbale, scritta, sonora, etc… esprimere una informazione significa creare un PESO, CONSISTENZA del messaggio. Più sarà una informazione PESANTE, più sarà difficile e complicato inviarla all’esterno.
Informazione pesante: significa generare una informazione non finalizzata direttamente allo scopo, ma “unita” da diversi fattori condizionanti che possano determinare il cambiamento del significato stesso. (Il vettore da A a B, intercetta C e F)
Informazione leggera: significa essenziale e diretta al U1.
ACD - Diffusione:
La diffusione è un elemento determinante della comunicazione.
Diffondere significa alimentare i VETTORI verso utilizzatori che diventeranno a loro volta generatori.
Una corretta diffusione presuppone una precisa ELABORAZIONE, GESTIONE.
SAPER DIFFONDERE è essenzialmente far rimanere nella testa dell’utilizzatore IL CONCETTO e il cuore dell’informazione.
Spesso ci capita di aver le idee chiare e ben presenti circa il contenuto delle informazioni che si devono trasmettere ma si cade in errore nel modello di trasmissione e di diffusione, occorre quindi essere capaci di diffondere il vettore attraverso le corrette modalità.